News | News | 19/09/2025

Il giornale che verrà: come evolverà l’informazione nei prossimi 5 anni

AI, social, pubblicità e ricavi. Idee pratiche per editori e ad tech per costruire pubblico e fiducia.

Tra AI generativa, piattaforme social, pubblicità online e nuovi modelli di ricavo, ecco come può cambiare il giornalismo nei prossimi cinque anni. Abbiamo raccolto un po’ di dati per fare stime sulle tendenze: regolazione, cicli economici e scelte tecnologiche possono, naturalmente, accelerare o deviare le traiettorie. Nessun oracolo, dunque, ma un obiettivo semplice: è dare agli editori una mappa per prendere decisioni informate. È ciò che facciamo in Digitrend: accompagniamo gli editori nel futuro.

Cosa è successo nel 2025?

Per guardare oltre, bisogna partire da un’analisi del presente. Il quadro globale dei media, è entrato nel 2025 con engagement in calo, fiducia fragile e abbonamenti digitali stagnanti, mentre l’attenzione si è spostata sempre più verso social, video e creator. Il Reuters Institute, nel suo consueto Digital News Report ha rilevato che l’uso delle notizie tramite piattaforme è cresciuto, mentre il ruolo delle testate tradizionali si è indebolito: un trend che, volenti o nolenti, ridisegna priorità editoriali, distribuzione e modelli di business.

Dove va l’audience

Il consumo si è frammentato e la fruizione video ha accelerato sui social. L’uso di TikTok per informarsi è indubbiamente cresciuto in vari mercati, con YouTube e Facebook che hanno mantenuto un ruolo di canali mainstream. In parallelo, i podcast di notizie hanno consolidato audience giovani e istruite. In cosa si traduce, tutto questo per gli editori?

Anzitutto nella necessità di progettare formati nativi di piattaforma e metriche oltre il click.

L’Italia nell’ecosistema digitale

In Italia, Internet ha superato la TV come principale mezzo d’informazione: oggi la televisione è canale primario per il 46,5% degli adulti, mentre il 52,4% si informa online (motori di ricerca, social, siti/app delle testate). Sul fronte economico, la pubblicità online vale circa il 61% dei ricavi pubblicitari complessivi e la quota delle piattaforme digitali supera l’85% della raccolta online, comprimendo lo spazio per editori e concessionarie tradizionali.

Il mercato italiano vive una trasformazione rapida: la stampa su carta arretra (, mentre i nativi digitali sperimentano membership e pacchetti premium; Fanpage ha lanciato un abbonamento con contenuti extra mantenendo il core gratuito. Marchi nativi come Il Post e Will Media crescono tra gli under 35; gli abbonamenti a pagamento restano però minoritari (9% in Italia, 18% nei Paesi più ricchi).

Il peso dell’intelligenza artificiale

Chatbot e interfacce AI sono entrate nelle abitudini informative (uso settimanale ancora contenuto nel complesso ma molto più alto tra gli under 25). Il pubblico apprezza funzioni come riassunti, traduzione, raccomandazioni e Q&A, ma resta scettico sulla produzione automatica di notizie, soprattutto su temi sensibili: emerge una preferenza per processi ibridi con supervisione umana.

La preoccupazione nel distinguere vero/falso online resta alta in molti Paesi e si fa affidamento su brand affidabili e fonti ufficiali come riferimento, segnale che il valore del marchio editoriale non è scomparso, ma va riattivato nei contesti dove si informano le persone.

Scopri strumenti e strategie per l’editoria del futuro

contattaci ora!

Cosa può cambiare (probabilmente) entro il 2030?

  1. Dalla homepage all’orchestrazione distribuita. Le redazioni vinceranno se costruiranno una catena del valore distribuita: vertical video, newsletter, podcast, assistenti AI e creator partnership che rimandano a hub proprietari (app/sito).
  2. Prodotto notizia modulare. Un medesimo contenuto vivrà in atomizzazioni: short, card, clip, longform, Q&A AI, con tracciamento coerente tra touchpoint.
  3. Pubblicità “privacy-first”. Gli editori dovranno considerare strategie first-party data, contesto semantico e data clean room; la quota piattaforme resterà dominante se non si costruiscono alternative robuste.
  4. Ricavi più ibridi. Membership soft, bundle con servizi (podcast extra, community, eventi), micropagamenti “a gettone” e licenze dati B2B affiancheranno gli abbonamenti “hard”.
  5. Qualità + trasparenza AI come vantaggio competitivo. Modelli human-in-the-loop, spiegabilità, etichettatura e schede di provenienza diventeranno requisiti fondamentali, non claim di marketing.

Focus sulle community

Le community di utenti rappresentano già oggi un elemento strategico per i giornali online, perché favoriscono la fidelizzazione, la crescita dell’audience e la personalizzazione dell’esperienza attraverso app e piattaforme dedicate. Permettono ai lettori di interagire direttamente con le redazioni e tra loro, creando spazi di discussione, forum, sondaggi e commenti che rafforzano il senso di appartenenza e la fiducia nella testata. Le previsioni sul trend sono dunque in crescita.

In un panorama digitale dove la competizione si basa anche sulla “stickiness” (capacità di trattenere gli utenti), le app e le piattaforme proprietarie favoriscono una maggiore partecipazione e interazione rispetto ai social media generici, diventando un canale prezioso per la raccolta di feedback e la costruzione di relazioni più durature.

Nel primo semestre del 2025, la lettura di giornali online in Italia è aumentata del 4,2%, con oltre 31 milioni di italiani che accedono regolarmente a notizie tramite smartphone, tablet e computer. Il Digital News Report Italia evidenzia che le testate con una forte community digitale mantengono o aumentano la loro audience, contrastando il calo generale dell’interesse per l’informazione online.

Implicazioni strategiche

Investire in strumenti come Community, il tool Digitrend creato per i giornali online, permette di:

  • Differenziarsi dai social network tradizionali, che vedono una crescente fuga degli utenti verso fonti di informazione più accreditate.
  • Fidelizzare lettori, rendendo indispensabili le piattaforme proprietarie anche per raccolta dati e strategie di marketing.
  • Offrire servizi aggiuntivi, come contenuti riservati

In sintesi, le community digitali sono e continueranno a essere una risorsa fondamentale per i giornali online, sia per la sostenibilità del modello editoriale che per la crescita del pubblico e la qualità dell’informazione.

Implicazioni pratiche per editori e ad tech

  • Design per la discovery: titoli SEO chiari, structured data, snippet ottimizzati per risposte AI, pagine “explainers” evergreen e glossari che i motori possano citare.
  • Video e audio nativi: verticali per TikTok/Shorts/Reels con capitoli e CTA verso l’owned; podcast anche in versione video per allargare la reach.
  • First-party data e consenso: value exchange chiari (newsletter premium, login light), segmenti contestuali e A/B test su formati non-intrusivi ad alta viewability.
  • AI responsabile: usare riassunti, traduzione e assistenti interni per accelerare workflow e personalizzazione, mantenendo controlli editoriali e log di revisione.
  • Partnership con creator: integrare voci autorevoli in rubriche e serie video, con governance su fact-checking e disclosure.

Andare oltre la pagina vista diviene un fattore determinante. Qualità del temporitorno utente loggatoiscrizioni alle newsletterconversioni di membershipincremental reach su piattaforme e share of search per i brand topic: queste metriche riflettono la realtà e il futuro “multi-touch” dove si decide la fedeltà informativa. Immagine: Freepik.com.



Ti servono altre informazioni?

Compila il modulo e sarai ricontattato dal nostro team al più presto.

Tutti i diritti riservati | Privacy Policy | Cookie Policy