News | Digitrend | 26/09/2025

Lettori infedeli, lettori invisibili: come riconquistarli?

Come riconquistare la propria audience e renderla di nuovo protagonista.

La fiducia nei confronti dell’informazione digitale è in crisi. La disinformazione ha indubbiamente ridisegnato il rapporto tra lettori e notizie e, in questo scenario, gli editori affrontano una doppia sfida: riconquistare la propria audience e renderla di nuovo protagonista.

I dati tracciano un quadro abbastanza chiaro: secondo l’indagine annuale elaborata da Reuters sulla base dei dati YouGov, il 58% degli utenti globali ammette di avere difficoltà a distinguere il vero dal falso online (Reuters Institute Digital News Report 2025). Ci si informa sempre di più sui social e il confronto con contenuti generati tramite AI è all’ordine del giorno: il problema non sta nell’utilizzo delle tecnologie, ma nel come le si utilizza. Ed è qui che inizia la vera svolta, a partire da uno sguardo chiaro sul presente.

La rivoluzione digitale dei lettori

Sappiamo che il consumo di notizie è sempre più frammentato. Secondo il Deloitte Digital Media Trends 2025, gli utenti trascorrono in media 6 ore e 38 minuti online ogni giorno, con lo smartphone come strumento principale di accesso ai contenuti. Tra i giovani (18-24 anni), il 44% dichiara che social e video rappresentano la loro prima fonte di notizie.

Anche la lettura “per diletto” è in calo: la CNN ricorda che negli Stati Uniti è diminuita del 40% negli ultimi vent’anni. Parallelamente cresce l’interesse per contenuti rapidi, personalizzati e interattivi, come newsletter, podcast e community digitali. Abbiamo di recente approfondito qui quali sono gli scenari futuri che stanno prendendo forma – ed è chiaro che la fiducia è l’emento-chiave di ogni strategia.

Fiducia in crisi, verifica in crescita

Il Reuters Digital News Report 2025 sottolinea come la proporzione di utenti che accede a notizie tramite social video sia salita al 65% (dal 52% nel 2020), ma è anche salita la diffidenza. Molti lettori incrociano le fonti, fanno fact-checking ma, soprattutto, si affidano a testate considerate affidabili.

La domanda posta al totale degli intervistati dal Report è stata: “Immagina di trovare online una notizia importante, che ritieni sia falsa, fuorviante o inventata. Se dovessi verificare, come lo faresti?”.

Uno studio europeo mostra che, dopo l’esposizione a fake news generate dall’AI, gli utenti hanno ridotto la fiducia in tutte le fonti, ma hanno aumentato del 2,5% le visite e dell’1,1% la probabilità di restare abbonati alle testate di riferimento.

Personalizzazione e “user needs”

La strategia più efficace oggi è rispondere ai bisogni specifici degli utenti. Molte redazioni internazionali hanno già abbracciato un approccio “user needs“, dimostrando che soddisfare richieste verticali – notizie locali, servizi utili, curiosità – rafforza il rapporto con i lettori. E le tecnologie di AI permettono di produrre contenuti sempre più mirati: sintesi personalizzate, raccomandazioni algoritmiche, chatbot che forniscono aggiornamenti in tempo reale.

La rivoluzione è già in corso ed è fondamentale non rimanere indietro. Come sottolinea il CEO Digitrend Biagio Semilia, in un recente editoriale pubblicato su Innovation Island, oggi la domanda non è più se l’AI cambierà il giornalismo ma, piuttosto, in che modo e con quali conseguenze. E, soprattutto, non bisogna dimenticare che la collisione tra AI ed editoria non è un incidente passeggero, ma la riscrittura di un contratto sociale: quello tra chi produce informazione e chi la distribuisce.

Nuovi formati e narrazioni

Il 2025 European Media Industry Outlook della Commissione Europea ha evidenziato una crescita della domanda di contenuti audiovisivi e interattivi. In questo contesto, podcast, newsletter tematiche, video e long-form journalism convivono, raggiungendo pubblici diversi e aumentando la brand loyalty. Eccola di nuovo, la fiducia.

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Modelli di business reader-centric

Chi è passato a modelli di business orientati ai lettori ha registrato trend di crescita dei ricavi digitali: abbonamenti, membership, donazioni e paywall dinamici risultano sempre più cruciali. Il valore dei lettori “di ritorno” è significativo: oggi rappresentano circa il 20% delle nuove acquisizioni. Coinvolgerli su più piattaforme – newsletter, app, podcast, community – aumenta la fidelizzazione e consolida la relazione con il brand.

Fidelizzazione come esperienza

Le strategie di fidelizzazione più efficaci, secondo Deloitte, si basano su personalizzazione avanzata, gamification e membership esclusive. Il 94% dei consumatori dichiara che una comunicazione chiara e trasparente aumenta la propensione a restare fedeli a una testata. Esperienze premium – eventi, accesso anticipato a contenuti, spazi di confronto con i giornalisti – rafforzano il senso di appartenenza.

Community e creator: i nuovi alleati

Il ruolo dei creator è sempre più centrale. Come confermano le ricerche pubblicate su Nature Human Behaviour nel 2025, seguire account di testate giornalistiche sui social migliora la capacità di distinguere notizie vere da fake news. La creazione di proprie community, con una condivisione di contenuti da parte degli utenti stessi, permette di arricchire le strategie editoriali, dando ancora più forza al brand.

I lettori infedeli non sono persi per sempre

I lettori infedeli non sono persi. Sono il segnale che il giornalismo deve evolvere, sono la miccia che accende il processo di cambiamento. Personalizzazione, trasparenza, innovazione narrativa e modelli centrati sul lettore sono la chiave per riconquistare fiducia e attenzione. Chi saprà combinare innovazione tecnologica e autorevolezza avrà la possibilità di trasformare utenti distratti in comunità coinvolte e consapevoli. Con queste consapevolezze, lavoriamo ogni giorni in Digitrend per far sì che gli editori possano essere parte attiva del processo di cambiamento, senza subirlo. Foto: Freepik.


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