News | SEO | 23/02/2023

Guida alla Search Console di Google: come utilizzarla per migliorare il posizionamento dei contenuti del tuo giornale online

Google Search Console, tutto quello che c’è da sapere sul servizio gratuito di Google per monitorare e gestire la presenza di un sito nei risultati della Ricerca Google, nonché per risolvere eventuali problemi che impediscono di raggiungere i risultati desiderati. Lo strumento consente di comprendere e migliorare il modo in cui Google vede una determinata pagina web e, quindi di agire per migliorare il posizionamento dei contenuti.

Per i giornali online, conoscere al meglio cos’è Google Search Console e come si utilizza è importante, poiché può aiutare nella crescita e, dunque, nel raggiungimento di maggiori ricavi. Approfondiremo con questa guida come impostarla e quali sono le funzionalità che include.

Cos’è Google Search Console e a cosa serve

Search Console è un servizio di Google per monitorare il rendimento di un sito nella Ricerca. Attraverso questa piattaforma, si può gestire la presenza di una pagina nei risultati della Ricerca Google, quindi risolvere eventuali problemi che influiscono su questa presenza.

Il servizio è gratuito. La Search Console di Google offre strumenti e rapporti per queste azioni:

  • Verificare se Google trova un sito e riesce ad eseguirne la scansione;
  • Risolvere eventuali problemi di indicizzazione, intervenendo qualora sia necessaria una nuova indicizzazione di contenuti (sia nuovi che aggiornati);
  • Visualizzare dati relativi al traffico della Ricerca Google su un determinato sito. Tra questi vi sono la frequenza di visualizzazione di una pagina web nella Ricerca, per quali query di ricerca viene restituita tra i risultati, frequenza di click-through degli utenti per le query;
  • Ricevere avvisi se e qualora Google riscontri problemi di indicizzazione, spam o altro genere su un sito;
  • Avere informazioni su quali sono i siti che rimandano tramite link a una determinata pagina web;
  • Risolvere i problemi legati a pagine AMP, usabilità su dispositivi mobile e altre funzionalità di ricerca.

Chi dovrebbe usare la Search Console

Adesso che sappiamo cosa è la Search Console, è il momento di comprendere meglio chi dovrebbe usarla. Partiamo dal presupposto che anche chi non la utilizza personalmente, dovrebbe conoscerla. Ai proprietari di attività commerciali, si consiglia di approfondirne le funzionalità di base, così come le nozioni sull’ottimizzazione di un sito per i motori di ricerca e quali sono le funzionalità della Ricerca Google.

Chiunque si occupi di marketing online o sia un professionista del marketing o esperto SEO, naturalmente, deve usare la Search Console per monitorare il traffico di un sito web, ottimizzare il ranking e comprendere quali siano le migliori strategie in merito all’aspetto dei risultati di ricerca relativi al sito. Le informazioni restituite da questo servizio servono a prendere decisioni sulla gestione tecnica di un sito, effettuando anche analisi di mercato in combinazione con altri strumenti della famiglia Google, come Analytics, Google Trends e Google Ads.

Chi amministra un sito avrà sicuramente grande familiarità con la Search Console, perché è una piattaforma utile a comprendere il corretto funzionamento di una pagina. Consente di monitorare e, qualora ce ne siano, risolvere, errori del server, problemi di caricamento e di sicurezza (come compromissione e malware). Torna utile anche per essere sicuri che le attività di manutenzione e le modifiche avvengano senza influire negativamente sulla Ricerca.

Gli addetti ai lavori come gli sviluppatori web potranno usare Search Console per monitorare e risolvere problemi frequenti con il markup, come ad esempio errori nei dati strutturati.

Come verificare una proprietà sulla Search Console

Con il termine Proprietà si indicano quegli elementi discreti che si possono esaminare o gestire in Search Console. La proprietà di un sito web rappresenta lo stesso sito web, cioè tutte quelle pagine che condividono il dominio o il prefisso URL. Utilizzando il selettore “Proprietà” di Search Console, si possono gestire più proprietà.

Per farlo, è anzitutto necessario dimostrare la proprietà di un sito o della sezione appropriata del sito (si può aggiungere un intero dominio o una proprietà limitata a un solo settore). Si possono avere fino a 1.000 proprietà nel proprio account.

Per aggiungere una nuova proprietà, bisogna seguire pochi e semplici passaggi (questo non influisce sul proprio sito web nella Ricerca Google, ma serve solo a monitorare le prestazioni):

  1. Aprire il menu a discesa del selettore di proprietà in qualsiasi pagina di Search Console;
  2. Selezionare “Aggiungi proprietà” nel menu a discesa.

A questo punto, si sceglie il tipo di proprietà da aggiungere, tra le seguenti:

  • Proprietà del prefisso URL;
  • Proprietà Dominio (esempio.com);
  • Proprietà ospitata da Google.

Ed è adesso che arriva il momento di verificare una proprietà sulla Search Console Google. A questo punto, infatti, il sistema chiederà un metodo di verifica. In seguito alla scelta, verranno visualizzati i passaggi obbligatori per il metodo selezionato. È possibile eseguire immediatamente la verifica o salvare le impostazioni, continuando in un secondo momento.

Per verificare immediatamente il sito, bisogna seguire i passaggi senza chiudere la finestra popup, quindi fare click su “Verifica” nella finestra popup. Si possono tranquillamente salvare le impostazioni, tornando a riprendere la procedura in seguito.

Per mettere in pausa la verifica, basta cliccare su “Verifica più tardi”. Il sistema salva lo stato corrente, si chiude il popup e si procede quando si vuole.

Una volta effettuati i passaggi di verifica obbligatori su Search Console, le operazioni di verifica sono terminate. Si seleziona la proprietà salvata (ma non verificata) nel selettore di proprietà nella barra di navigazione, quindi si selezione “Verifica”.

Entro pochi giorni, avendo eseguito con successo questa procedura, i dati inizieranno a comparire nella proprietà. La raccolta dei dati inizia non appena qualcuno aggiunge una determinata proprietà al proprio account Search Console, anche prima della verifica, e continua fino a quando questa proprietà è presente nell’account, a prescindere che sia un proprietario verificato o meno.

Qualora una proprietà non contenga dati, anche diversi giorni dopo la verifica, è probabile che il sito non sia stato visualizzato nella Ricerca Google o che l’URL specificato sia errato. È anche possibile aggiungere nuovamente una proprietà rimossa senza verifica, ma solo se questa ha ancora un proprietario verificato: per aggiungerla nuovamente, basta seguire gli stessi passaggi che abbiamo già illustrato: la verifica verrà ripetuta automaticamente.

Le tre sezioni principali della Search Console

Le funzionalità offerte dalla Search Console Google sono numerose. Sicuramente, tra le sezioni più utilizzate, vi sono Rendimento, Indicizzazione ed Esperienza.

Rendimento

Il report sul rendimento mostra metriche importanti relative alle prestazioni di un sito nei risultati della Ricerca Google. In questo modo è possibile conoscere i cambiamenti del traffico di ricerca nel tempo, la provenienza del traffico e per quali query di ricerca è più probabile che venga mostrata una pagina web, ma non solo.

Si può anche scoprire quali query vengono cercate sui dispositivi mobile, in modo da migliorare il targeting, e quali pagine registrano la percentuale di click più alta nei risultati della Ricerca.

Esiste anche un report sul rendimento per Google Discover, che mostra importanti metriche sulle prestazioni. Questo tipo di report, però, è visibile solo se la proprietà ha raggiunto un numero minimo di impressioni in Discover.

Terza tipologia di rapporto sul rendimento, è quello relativo a Google News: serve a monitorare le metriche, filtrare o suddividere i dati per pagina o Paese. I dati provengono da news.google.com e dall’app Google News su Android e iOS.

Indicizzazione

Il report Indicizzazione serve a mostrare lo stato di indicizzazione di Google di tutti gli URL relativi a una determinata proprietà. Man mano che un sito cresce, in teoria, si dovrebbe notare un aumento graduale del numero di pagine indicizzate. La pagina di riepilogo del primo livello mostra un grafico e un conteggio delle pagine indicizzate e non indicizzate, oltre a tabelle che indicano i motivi per i quali un determinato URL non può essere indicizzato.

Esperienza

Attraverso il report Esperienza è possibile avere un riepilogo sull’esperienza degli utenti. In particolare, Google valuta le metriche per i singoli URL e le utilizza come indicatore di ranking per un URL nei risultati di ricerca. I criteri che valutano l’esperienza sulle pagine sono i Core Web Vitals (Segnali Web Essenziali), l’Usabilità su Dispositivi Mobili e l’Utilizzo di HTTPS.

Come e perché inviare la Sitemap del tuo sito

Una Sitemap è un file che fornisce informazioni su pagine, video e altri file presenti su un determinato sito, nonché sulle correlazioni tra i vari elementi. Google e gli altri motori di ricerca leggono questo file per eseguire una scansione più efficiente della pagina web.

Attraverso questo file si indicano pagine e file di un sito che si ritengono importanti, comunicando anche informazioni preziose a riguardo, come ad esempio la data dell’ultimo aggiornamento o il fatto che esistano diverse versioni in più lingue. Le Sitemap tornano utili, ad esempio, per migliorare la scansione di siti più grandi o più complessi. Servono se i siti sono grandi, se sono nuovi (e contengono pochi link esterni), se includono molti contenuti rich media (cioè video o immagini) o vengono visualizzati in Google News.

Per inviare una Sitemap, bisogna anzitutto crearla, seguendo le linee guida di Google. Si procede quindi con l’invio. Per rendere disponibile la Sitemap a Google, si può inviarla in Search Console, utilizzando il report Sitemap. Questo consentirà di sapere quando Googlebot ha eseguito l’accesso alla Sitemap, vedendo anche potenziali errori di elaborazione. Si può anche utilizzare l’API Search Console per inviare una Sitemap in modo programmatico o utilizzare lo strumento di ping.

Qualora si abbiano più siti web, è possibile semplificare il processo di invio, creando una o più Sitemap che includano gli URL di tutti i propri siti verificati e salvandole in un singolo percorso.

Come usare la Search Console per migliorare il posizionamento dei tuoi contenuti

Adesso che abbiamo approfondito la conoscenza della Search Console di Google, è il momento di capire meglio come utilizzarla per migliorare il posizionamento dei contenuti e incrementare quindi le prestazioni del proprio giornale online.

Come verificare se l’articolo è indicizzato

Per sapere se un articolo è stato indicizzato, si fa ricorso allo strumento Controllo URL. Questo fornisce tutte le indicazioni sulla versione indicizzata da Google di una pagina specifica e permette anche di verificare se un URL è indicizzabile. Tra le informazioni, ci sono dettagli su dati strutturati, video, AMP collegate e indicizzazione/indicizzabilità.

Per accedere allo strumento Controllo URL esistono due strade:

  • Digitare l’URL completo da esaminare nella barra di ricerca di controllo di qualsiasi schermata di Search Console. L’URL deve essere nella proprietà attualmente aperta.
  • Fare click sul link “Controlla” accanto all’URL di una pagina, presente nella maggior parte dei report. Attenzione: a volte è necessario passare il mouse sopra l’URL per visualizzare questa opzione.

Monitorare il rendimento del contenuto

Come abbiamo anticipato, esistono diversi tipi di report relativi al rendimento, tutti utili per comprendere le prestazioni di un sito. È dunque possibile conoscere i cambiamenti del traffico di ricerca nel tempo, la provenienza e le query di ricerca più probabili. Ancora, si apprende quali pagine registrano la percentuale di click più alta. Tutto questo è utile per capire meglio le dinamiche di lettura di un sito, cosa spinge a cliccare su una pagina e cosa può portare più lettori a consultare il nostro quotidiano online.

Analizzare le query

Grazie a Search Console è possibile scoprire quante persone hanno visto e fatto clic sul proprio sito nella Ricerca Google, per quali query è stato mostrato il sito nella Ricerca e la posizione media del sito nei risultati di ricerca.

I dati includono click, impressioni, CTR e posizione del tuo sito, nonché le stringhe di query che gli utenti hanno utilizzato per la ricerca. Possono essere raggruppati per URL di pagina, Paese della query o tipo di dispositivo.

Si consiglia di fare questo tipo di analisi periodicamente, in modo da verificare l’eventuale presenza di picchi o drastiche riduzioni di click o impressioni. È importante esaminare le stringhe di query che mostrano il proprio sito e verificare se si tratta proprio di quelle query che si prevedeva.


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